lunedì 15 luglio 2013

Monica Carrera

Monica Carrera affronta nei suoi lavori il tema della relazione, sia quando essa avviene, sia quando essa è impedita. A volte la mette in atto, e allora realizza azioni (es. “All’acqua chiedo”) a volte la immagina (come in “Teru Bozu”) altre  ancora ne racconta l’impossibilità o la difficoltà (come in “Arenata”).
Ciò che più le interessa è creare dispositivi, siano essi contenitori-stimolatori di relazioni con altri, siano essi strumenti/congegni per reinventare il rapporto con se stessi (come in " Strumento di bellezza interiore") o con ciò che ci circonda.

All'acqua chiedo

Francesca Damiano

Il lavoro di Francesca Damiano (1979) si concentra nella descrizione della natura, intesa come naturalità delle cose, di quei processi spontanei ma non per questo casuali. Il bosco diventa quindi una grande fonte di ispirazione, osservato non tanto per il suo aspetto estetico, ma quanto per i suoi significati più profondi, come un microcosmo all'interno del quale tutto è già stato creato.
Il tentativo è quello di descriverne il mistero, il segreto di questo luogo. Vi è un sentore che calma, allarga i polmoni e predispone a stati di coscienza non lineari, in cui si possono percepire moti sottili, rumori inusuali ma anche semplicemente rimanere ipnotizzati.

Qui c'è vita!

Alessandra Messali

Alessandra Messali si diploma nel 2009 presso l'Accademia di belle arti di Venezia per poi completare gli studi presso il corso di laurea magistrale in arti visive presso lo IUAV di Venezia dove nel 2012 è stata assistente alla didattica di Antoni Muntadas.
Nella sua ricerca utilizza spettacoli teatrali, concerti, installazioni e video per rileggere e riattualizzare memorie di secondo grado, non storicizzate, private. Alessandra Messali piega il proprio linguaggio a favore del suo campo di ricerca, spesso ricorrendo all’utilizzo ed allo studio di pratiche amatoriali.

Quando il vento è fermo non si muove foglia

mercoledì 10 luglio 2013

Gaia Martino/curator-in-residence

Tra noi in residenza ci sarà anche una giovane curatrice Gaia Martino che nei 15 giorni di residenza intesserà relazioni con gli artisti e restituirà l'intera esperienza collettiva attraverso uno storytelling, che sarà presentato ad Ottobre 2013 presso O' Associazione no profit a Milano.

Gaia Martino (1985)

é una curatrice che vive e lavora tra Milano e Berlino. Il suo interesse é orientato alle pratiche spaziali e alle arti sonore. Nella sua ricerca, l'idea di spazio é sempre in continua costruzione: piuttosto che una configurazione stabile di posizioni, esso é il risultato delle diverse traiettorie che lo abitano e lo attraversano, con l'effettivo superamento di una contrapposizione dialettica tra forze. Per questo motivo, l'attività curatoriale di Gaia é rivolta alle collaborazioni e ai processi artistici in grado di costruire spazio: a quei progetti artistici che nascono per essere qualcosa, più che per rappresentare qualcosa.
Gaia ha studiato Storia dell'Arte all'Università Statale di Milano e alla Sorbonne Nouvelle di Parigi; si é poi specializzata in Arti Visive allo Iuav di Venezia. Attualmente collabora con lo spazio O' a Milano e Errant Bodies a Berlino.




This is the end

martedì 9 luglio 2013

Esther Mathis


ESTHER MATHIS

Esther Mathis è nata nel 1985 a Winterthur, nella cosiddetta Svizzera tedesca. Nel 2008 si è diplomata in Fotografia all’Istituto Europeo di Design a Milano. Attualmente sta frequentando un master in Fine Arts alla Zürcher Hochschule der Künste di Zurigo.
Attraverso la fotografia, il video, le installazioni, Mathis cerca di archiviare dei momenti, che si tratti della nebbia o dell’arcobaleno. I suoi sono tentativi di registrazione di frangenti spazio temporali. Nei suoi lavori, protagonista è la leggerezza, densa di significato, l’essenza dei fenomeni, esistenziali, naturali, ma anche scientifici. La scienza, che si tratti della neurologia o della fisica, è, infatti, uno dei suoi interessi precipui.
Nel lavoro di Mathis, inoltre, si avverte un tentativo tassonomico, catalogatorio, proprio di molta cultura iconografica e non solo di origine tedesca, teso in primo luogo a conoscere il proprio ambiente circostante.

Mirror

Luisa Littarru

Luisa Littarru (1979)

L'unico ed esteso progetto "Senza fini di Lu" è un lavoro che non nasce con intenzionalità, ma dalla necessità del "fare", un lavoro inevitabile, quasi un impulso primordiale, come un animale che istintivamente costruisce la propria tana con quello che trova, vagando nel mondo recuperando minuzie che delicatamente tornano a nuova vita adornando luoghi, case e persone.

collana di pane

ECCO GLI ARTISTI DELL'EDIZIONE 2013... / HERE THE ARTISTS OF 2013 EDITION...